Ancora allagamenti e ancora evacuazioni, anche la scorsa notte nella provincia di Ravenna. In particolare il Comune ha disposto l’evacuazione di via Canalazzo, zona sottopasso Sant’Antonio, e della vicina via Canala, dalle case al di là, in direzione nord, e di quelle prospicienti. In diversi paesi ci sono ancora abitazioni e quartieri senza luce e acqua potabile, mentre in Appennino alcune frazioni sono isolate per le frane, in particolare nel Forlivese. «La situazione complessiva per un’emergenza unica nel suo genere, mai verificatasi da oltre cent’anni – ha dichiarato il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa – sta richiedendo impegno e dedizione massimi da parte di tutte le componenti del sistema di Protezione Civile, sempre disponibili, professionali e coraggiose e a cui va il mio commosso ringraziamento». Il prefetto ha disposto per il 19, 20 e 21 maggio la chiusura su tutto il territorio provinciale di scuole, impianti sportivi, centri diurni e cimiteri.Impegnati 700 vigili del fuoco, mobilitato il Battaglione San Marco.
Sta aumentando la quantità d’acqua tra Conselice e Lavezzola a ridosso del canale destra Reno, dove l’idrovora non funziona per mancanza di corrente elettrica. È l’avviso alla popolazione del Comune di Conselice: la sindaca Paola Pula ordina a tutti i cittadini che abitano nella zona di campagna individuata tra le strade Gardizza, Predola, Selice e Puntiroli di mettersi in sicurezza recandosi ai piani superiori delle proprie case con cibo, acqua e se possibile il cellulare con carica batteria. «Chi non ha possibilità di salire ai piani alti deve evacuare l’abitazione se non già allagata e trovare una congrua collocazione nelle vicinanze o verso Argenta presso amici o parenti. È inoltre disponibile il palazzetto di Argenta, in via don Minzoni», prosegue il Comune.
«Non sarà l’ultima volta: continueremo a vederne altre di sciagure analoghe» a quella dell’Emilia-Romagna. Lo ha detto il ministro della Protezione civile e del Mare Nello Musumeci su a «Dritto e rovescio» su Rete4. «Ormai il cambiamento climatico, la tropicalizzazione arrivata anche in Italia ci costringerà a convivere con questi scenari. Sei mesi fa piangevamo un gran numero di morti a Ischia: finita la sciagura, spenti i riflettori, dimentichiamo quello che abbiamo visto. Abbiamo una debole memoria noi italiani». Il ministro punta il dito contro l’assenza di precipitazioni: «Una delle cause maggiori è il lungo e prolungato periodo di siccità», ha ricordato. «I soccorritori del sistema nazionale di Protezione civile hanno fatto un gioco di squadra meraviglioso che ha consentito di salvare tante vite umane. Ora dobbiamo pensare ai più fragili, disabili, anziani. Poi cominceremo a fare la conta dei danni con la Regione e quindi la stagione del cambiamento delle norme: se non le cambiamo continuiamo a ripetere il calvario che abbiamo conosciuto».
.